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Intervista ad Alfio Costa

Intervista ad Alfio Costa

ALFIO COSTA

La musica della natura

Radio Conclas intervista Alfio Costa, musicista e pianista dei Fufluns.

Quando nasce l’amore per la musica?
Credo che la musica abbia sempre fatto parte della mia vita. Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia che ha sempre amato l’arte in tutte le sue forme. Mia madre dipinge e suona il pianoforte, da lei penso di avere ereditato l'”aspetto artistico” e di avere imparato a cantare e sognare con la musica . Da bambino ascoltavo con lei le canzoni alla radio e all’età di dieci anni mi sono impossessato del vecchio giradischi di famiglia. Il merito (o la colpa) del mio approccio alla musica però è di mio padre che mi regalò a dieci anni il mio pianoforte (lo uso ancora). Iniziai gli studi di pianoforte a quell’età, ma a quindici anni ho abbandonato tutto per entrare in un gruppo rock della scuola. È proprio in quell’occasione che ho provato delle sensazioni mai vissute prima: “La possibilità di esprimermi e di essere me stesso attraverso la musica!” E sbocciò di fatto il mio amore per la musica.

Quali sono gli elementi naturali che la ispirano?
Gli elementi sono l’amore per la natura, per l’arte e per la vita in generale. Ho sempre avuto un filo diretto con la natura e con i suoi elementi e ho sempre cercato di metterli e rappresentarli nella mia musica. Sono nato in campagna e ho vissuto per anni in campagna. Amo la straordinaria bellezza di certi aspetti umani e dell’ambiente che mi circonda: uno sguardo, una storia di amore, il racconto di un vecchio, un albero, i disegni delle nuvole nel cielo e l’ipnotico movimento delle onde del mare. Purtroppo però, dove vivo ora è continuamente e costantemente devastato e non è più quello di un tempo. Io sono una persona che lotta e ha fatto tutto il possibile per difendere e rispettare la natura: “Aria Acqua Terra e Fuoco, sono da sempre fonte d’ispirazione per me e per le mie composizioni.

Molti brani li ho composti guardando il mare e prendendo appunti su pezzetti di carta stropicciati, oppure davanti a un fuoco nelle notti estive. In molti casi i miei brani raccontano di quanto l’uomo stia devastando il nostro ambiente e spesso utilizzo le mie composizioni come strumento di esortazione nei confronti di chi non rispetta la nostra terra. In altri casi mi trovo a comporre la parte musicale di un brano il cui testo è già stato scritto e cerco di trarre ispirazione.  A volte poi capita che un sogno diventi un brano musicale, svegliandomi nel bel mezzo della notte e mi metto a scrivere appunti o mi siedo al pianoforte e registro le idee, che poi diventano musica.

La vita in musica: quali sono le difficoltà e le soddisfazioni?

Proporre musica propria e scegliere un genere particolare, impongono coraggio e una buona dose di “faccia tosta”.  Esprimere se stessi e i propri sentimenti con la musica significano impegno, libertà e passione. Anche ascoltare un certo tipo di musica, richiede attenzione e curiosità, aspetti che spesso mancano al pubblico, che spesso si trovano davanti brani che esulano dal classico “schema canzone”, con durate e suoni non comuni anche nella musica rock. La mia musica è un po’ fuori dallo schema di una società come la nostra, dove tutto deve essere “facile, veloce, accessibile e comodo”. I ragazzi di oggi ascoltano spesso musica in cuffia mentre corrono, lavorano, mangiano e svolgono altre attività.  I concerti live sono in sostanza occupati da tribute e cover band. La nostra musica al contrario va conosciuta, corteggiata, amata, ascoltata con attenzione e impegno per assaporarne ogni singolare dettaglio, ogni unica sfumatura. Le difficoltà maggiori quindi sono quelle legate alle esibizioni live che si limitano a eventi o manifestazioni riservate al genere, che ogni anno coraggiosi e improvvisati organizzatori cercano, tra mille difficoltà, di  allestire nel migliore dei modi.

Sicuramente le soddisfazioni maggiori sono legate all’aspetto più “umano” della musica. In tutti questi anni ho avuto la possibilità di conoscere persone meravigliose grazie alla musica. Con molte di esse ho condiviso sogni e progetti e con altre mi sono legato in maniera indissolubile. Mi commuovo ed emoziono a pensare a molti di loro, che senza la musica non avrei mai potuto conoscere.

Si ritiene un introverso o estroverso?

Per quanto possa sembrare il contrario, sono una persona molto riservata e introversa: sono un timido per natura e sono geloso della mia vita privata e dei miei sogni. Al contrario sul palco e in fase di composizione amo lasciarmi andare e vivere intensamente sia le fasi di composizione che quelle delle esibizioni live. Sul palco non sono più la persona riservata di ogni giorno, ma mi lascio trasportare fino in fondo con passione ed energia dalla musica che sto suonando. Ad esempio, con i Fufluns, nel concept album “Spaventapasseri” ognuno di noi interpreta  un personaggio della storia: a me è toccato il “Corvo nero”  e quando salgo sul palco vestito e truccato da Corvo nero, mi immedesimo fino in fondo nel personaggio e vivo intensamente ogni singolo attimo del live e della storia.

Quali sensazioni ed emozioni dal palco e dal pubblico?

È una sensazione unica e indescrivibile quella che ti fa stare sul palco davanti ad un pubblico caldo e coinvolto dall’esibizione live: sul palco non c’è il tempo, lo spazio e limite per me. Mi sento perfettamente a mio agio e sono completamente immerso in quello che sto suonando. Molte volte mi è capitato che amici mi facessero notare quanto io sia diverso sul palco rispetto alla vita di tutti i giorni.  Le sensazioni ed emozioni che vivo in quegli istanti sono talmente forti, speciali e uniche che non bastano le parole per poterle descrivere. Il pubblico è tutto: chi si emoziona con la mia musica, chi la fa diventare sua, chi la vive assaporandone ogni sfumatura mi rende felice.  Quando in mezzo a tanta gente, anche una sola persona mi fa capire di essersi emozionata, per me è avere raggiunto il fine, lo scopo della mia arte.

Il colore o il bianco e nero: dove si rispecchia il musicista?

Tralasciando l’aspetto politico dei colori, sono un amante del nero. Mi piacciono l’oscurità, il mistero, la notte e spesso rispecchiano tutto questo. Come musicista pur amando il nero, cerco comunque sempre di dare il maggior numero di tonalità di colori alle mie composizioni. Mi capita quindi da sempre di associare un colore a ogni mio brano. È una cosa strana che razionalmente non mi sono mai spiegato, forse riconducibile al fatto che mia madre dipinge e che ho passato molte ore della mia infanzia a guardarla, mentre lo faceva in mezzo ai suoi colori. Io adoro associare le composizioni ai colori, mi fa sembrare tutto più immaginario e appartenente a un altro mondo, quello della fantasia… e forse è davvero così.

Che cosa dice la sua musica?

La mia musica parla essenzialmente di me, delle mie emozioni, dei miei sogni e sensazioni e di quello che vedo e che vivo ogni giorno. Mi guardo spesso intorno e focalizzo tutto ciò che mi colpisce, cercando di trasformarlo in musica. Credo di essere molto sensibile e mi coinvolgono spesso episodi della vita di tutti i giorni. Come detto in precedenza, ho un occhio di riguardo per la natura e per l’ambiente e ho a cuore la sorte della cultura e dell’arte. Io cerco di essere il più onesto possibile con la mia musica e di raccontarmi nel migliore dei modi. Utilizzo molti strumenti musicali particolari e non proprio modernissimi: l’organo Hammond, Mellotron e sintetizzatori Moog.

Sono gli strumenti che mi danno la possibilità di ricercare e sperimentare suoni o atmosfere tali da ben rappresentare gli stati d’animo. Lo scopo dell’arte dovrebbe essere quello di trasmettere emozioni e io attraverso la mia musica ci provo e capita a volte che ci riesca.

 

Redazione

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