LUANA COLUSSI
La normale bellezza
1. Una vita e una carriera nello spettacolo: com’è questo mondo?
Ho iniziato questo lavoro pensando che durasse per sempre: mi piace la telecamera, il rapporto col pubblico. Io sono una persona molto timida e critica con me stessa e mi piace fare le cose bene. Ogni volta che iniziava una trasmissione in diretta, avevo il cuore in gola dall’emozione e avevo paura di non riuscire a parlare. Mi ricordo che prima di una diretta, confidai questa cosa a Sandra Mondaini che mi disse: “Guarda questa è una cosa bellissima, e non la dovremmo mai perdere, perché questo significa rispetto verso il pubblico e sai che hai un compito, tienilo per sempre questo piccolo momento di paura, perché una volta superato è un mondo bellissimo.” Una vita così insegna a metterti di fronte ai tuoi limiti, alle tue paure; una volta superate quelle ti godi tutto.
Io ho cominciato con i provini presso gli studi di Gianna Tani, e non è stato tutto così semplice, come sembra. Oggi c’è più facilità d’ingresso a questo mondo ed è tutto più discutibile.
2. Ha lavorato in radio, televisione, al cinema e in teatro: dove ha vissuto le emozioni più belle?
È veramente impossibile rispondere dicendo lì ho vissuto le emozioni più belle, perché se faccio una cosa, la faccio perché mi deve piacere ed emozionare. Ho cominciato in radio a diciassette anni, perché è in radio che scattano le emozioni, e mi piaceva tantissimo: appena avevo tempo, scappavo in radio e mia mamma mi diceva: “Quasi, quasi dormi lì” e io le rispondevo: “Magari!!!” E’ in radio che scatta l’immaginazione, sei con due cuffie, e la fantasia viaggia.
Se penso al contatto con il pubblico, metto sullo stesso piano la televisione e la radio.
3. Com’è cambiata la televisione?
E’ cambiata in tutto, soprattutto negli orari delle messe in onda dei programmi. La famiglia era quella che la sera si sedeva sul divano a vedere la televisione e tutta la famiglia discuteva: mancano i programmi per la famiglia. Solo Carlo Conti con “Tale Quale Show” e Gabriella Carlucci con “Ballando con le Stelle” conducono programmi che ritengo ancora per la famiglia, però iniziando dalle nove alle nove e mezzo di sera, finiscono in orari tardi, e se devi alzarti per andare a lavorare o andare a scuola è faticoso.
Ancora io seguo il Festival di Sanremo, una tradizione che ritengo ancora importante perché è un programma di famiglia.
La televisione è cambiata perché ora tutti urlano e portano via la parola. Non c’è più il senso civico: una volta chi urlava era zittito, ora se urli, ti applaudono. La televisione è bella perché entra in casa delle persone, delle famiglie; non pretendo che la televisione sia educativa, ma neanche diseducativa.
Ora si vuole puntare ai giovani con urla e turpiloqui inutili e ridondanti per avere odience, e non si arriva mai a nulla. Io voglio soluzioni, datemi queste soluzioni.
Perché si vogliono bombardare i giovani con format presi all’estero come “L’Isola dei famosi” o il “Grande Fratello” che non portano a nulla.
Abbiamo perso l’umanità in televisione. Vorrei raccontare un fatto che ho tenuto sempre con me. Durante il “Gioco dei nove”, condotto da Raimondo Vianello, il premio finale era un’auto; una signora aveva il compito di far brillare i cerchi dell’auto, perché attirassero l’attenzione del pubblico. La trasmissione era in diretta, e così Vianello, durante il nero pubblicitario, scendeva dalla sua postazione, e parlava con questa signora che era per tutti scontata, e ci faceva due chiacchere: “Buongiorno signora, come va oggi?” “Ma che gli tocca fare ogni giorno con queste ruote?” Io ero a due passi da lei e ascoltavo tutto. Io adoro Raimondo, e questo per me è un grande segno di umanità di Raimondo Vianello e contraddistingueva sia Corrado, che Mike Bongiorno e tanti altri.
Io rispetto il lavoro di tutti, ma oggi c’è tanto poco coraggio di proporre un progetto che non sia sempre quello. Ci sono molti alibi dietro: “Tanto la società è così, facciamo così”
4. Cosa ha di bello una radio?
La radio ti tiene compagnia, è come un’amica, e tu la cerchi perché c’è. La ascolto sempre anche in macchina. Mi piace ascoltare una voce, ti porta la dove tu vuoi, è mistero è fantasia.
5. Il lavoro e la famiglia: dove si sente più a suo agio?
In famiglia mi trovo completamente a mio agio perché sono me stessa. Sul lavoro mi sento a mio agio perché amo il mio lavoro e mi piace essere me stessa, ed essere me stessa è fondamentale.
6. Se dovesse scegliere un altro luogo dove vivere, dove andrebbe?
Io starei bene dovunque, ma se dovessi scegliere Milano o Roma.
7. Lasci un pensiero ai nostri lettori…
Io credo che i lettori di Marca Aperta la leggano perché trovano il sorriso tra le pagine: mi associo e mi e mi metto insieme a loro a leggerla perché mi arricchisco di cultura, di sana energia e sani propositi.