Giubbe Rosse l’album antologia
Un’antologia di Franco Battiato dalla sperimentazione al periodo più commerciale. Questo è il pensiero del pubblico quando ascolta “Giubbe Rosse” il primo lavoro di Franco Battiato dal vivo. Principalmente con questo inedito del 1989, ha voluto regalare un lavoro fantastico al suo pubblico, meno commerciale e più attento. L’artista è un insieme di caratteri con un repertorio camaleontico e variegato. E’ stato capace di riscuotere l’approvazione del pubblico nel corso degli anni, a volte sbalordendolo con tematiche inusuali e raffinate, profondità distanti dal quotidiano e impregnate di infinito e autentico senso del divino. A raccontarci la figura complessa di questo grande artista è il suo manager e amico di lunga data Francesco Cattini.
Tre domande a Franco Battiato
- La musica di Battiato si è molto evoluta nel tempo. Battiato ha cercato di andare incontro alle aspettative del pubblico che sono a loro volta mutate nel tempo, o è sempre rimasto fedele a se stesso ed ad una sua poetica?
Franco ha sempre cercato di farsi seguire da chi desiderava seguirlo; non ha mai scelto di comporre o di scrivere in funzione del gusto del pubblico del momento. Questa è stata la sua forza, e per questo motivo ha sempre anticipato gusti e tendenze. Spesso, ha fatto scelte anche rischiose. Quando iniziò la collaborazione su un progetto pop con Manlio Sgalambro ne uscì l’album “L’ombrello e la macchina da cucire”, lavoro estremamente interessante, ma certamente non facile, che fece calare considerevolmente il numero di copie vendute. Battiato è da sempre spiazzante e imprevedibile e non convenzionale. Franco dice spesso: “Non amo comandare e non amo essere comandato”.
- Ha parlato dell’incontro con Sgalambro. Quali sono gli altri incontri che hanno maggiormente orientato la vita e la musica di Battiato?
Come scelta artistica ha avuto un peso determinante il suo incontro con il mondo orientale, il buddismo, il misticismo, il mondo sufi; sono tematiche che lo hanno profondamente influenzato nella scelta artistica e compositiva. La ricerca della spiritualità ha permeato gran parte del suo repertorio. Certamente Franco conosce bene gli ingredienti per una canzone di successo, quando decise di allargare la fan base scrisse quel capolavoro di album “La voce del padrone” che vendette oltre un milione di copie e rimase un anno al primo posto nelle classifiche di vendita.
Le composizioni classiche hanno contribuito ad allargare decisamente il suo orizzonte di conoscenza. L’opera “Genesi” composta su commissione del Teatro Regio di Parma, “Gilgamesh” su commissione del teatro dell’Opera di Roma. “Il cavaliere dell’intelletto” su Fedrico II, ha segnato l’inizio della collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro, ha avuto molta fortuna ed è stata rappresentata per anni.
Un motto di Franco riferito ai contenuti è sempre stato: alleggerire l’opera e appesantire la canzone.
- Ed il vostro incontro professionale come ha cambiato i vostri reciproci orizzonti, professionali e non?
Lavoro con Franco da tanti anni. Iniziai con lui come violinista al tempo dell’album “Come un cammello in una grondaia”; abbiamo lavorato assieme al festival “Il violino e la selce”, poi sono diventato il suo produttore e manager. Io ho fatto quello che ritenevo opportuno per affiancarlo ed indirizzarlo dal punto di vista delle scelte professionali. Sicuramente per me quello con Battiato è stato un incontro che ha cambiato la mia vita dal punto di vista umano e professionale. Battiato però era Battiato anche prima che ci incontrassimo.
Perché acquistare: Album degli Anni Ottanta, un poeta e musicista capace di stupire sempre.
Perché non acquistare: Sarebbe un peccato non averlo nella propria collezione.
Dove acquistare: Giubbe Rosse
Traklist
In collaborazione con Marca Aperta e Suoni di Marca