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Irene Grandi

Irene Grandi: La cattiva ragazza del pop italiano

Grinta, anima e cuore nella musica

Irene Grandi ripercorre i successi di più di vent’anni, durante i quali la cantante ha continuato a reinventare se stessa, interpretando diversi generi musicali senza mai rinunciare alla melodia italiana. E’ uno spettacolo in continuo sviluppo, perché in un viaggio, ogni tappa porta con sé qualcosa di nuovo e di bello. La sua musica crea un equilibrio perfetto tra un’atmosfera intima in cui le canzoni sono arrangiate lasciando molto spazio al calore della voce di Irene e dando risalto ai suoi testi. Irene Grandi fa “battere il cuore” di tutti grazie all’accostamento delle melodie indimenticabili delle hit storiche ai pezzi più recenti, da cui affiorano una profondità inedita, e una grande sensibilità e maturità d’artista.

 

Tre domande a Irene Grandi

  • Il viaggio, un tema molto ricorrente nei tuoi testi e anche nella tua vita, sei sempre stata una viaggiatrice? Che cosa pensi della meta e del percorso da fare per raggiungerla? Tre cose di cui non puoi fare a meno in viaggio.

Anche gli astri lo dicono: sono sagittario, l’amante del viaggio per eccellenza. Io ho sempre viaggiato, sin da bambina. Sono sempre curiosa di immergermi nella vita dei nuovi luoghi: mi mescolo tra la gente, cerco di confondermi tra loro e mangio anche il loro cibo. Ma per me il viaggio è importante tanto quanto la meta, che serve per dare una direzione, per imparare ad orientarsi, ma è il viaggio quello nel quale assorbiamo di più, cresciamo. In viaggio porto sempre le infradito, un libro e il tappetino yoga.

  • Nel corso del tempo hai sperimentato molti stili, qual è la tua anima musicale? E che musica ascolti?

Rock, blues, pop e soul sono parte della mia anima, non solo di quella musicale, sono davvero parte di me, della mia vita. E mi piace molto che si mescolino tra loro. Ovviamente è questa la musica che ascolto più d’ogni altra, insieme a vecchi dischi cui sono molto affezionata e qualcosa di jazz e di rock indipendente.

  • Con più di vent’anni di carriera, che cambiamenti vedi nel panorama musicale?

E’ cambiato tutto, la scrittura musicale, il modo di produrla, di promuoverla e di fruirne. Rimane la qualità artistica delle cose che si fanno, ogni musicista dovrebbe ambire a suscitare emozioni e a raggiungere e tenere sempre alto il livello artistico di ciò che fa.

In collaborazione con Marca Aperta e Suoni di Marca.

Redazione

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